segunda-feira, maio 23

Un riassunto sul film di Naomi Klein e qualche apronfondimento sul tema della bancarota argentina



(texto originalmente feito para a aula de Língua Italiana)

Naomi Klein ci racconta sul suo film girato sulle fabbriche argentine chiuse che vengono occupate dagli operai, dovuto alla situazione provocata dalla bancarotta del 2001. Il film discorre sull’angoscia della gente che di un attimo all’altro vedono sottrarle tutte le economie di una vita; e la situazione degli operai, che dopo la chiusura delle fabbriche, hanno assunto la loro gestione, riattivando da soli la produzione.
La situazione era davvero disperata, e gli operai si mostrarono molto più efficaci dei vecchi padroni o del proprio ex presidente Carlos Menem che alle soglie degli anni ’80 e al comincio degli ’90, iniziò un grande programma di privatizzazione dei pubblici beni, risultando in un tragico aumento del carovita perché le tariffe dei servizi privatizzatti erano cobrate in dollari.
Ancora alle fabbriche, i padroni mantenevano cattive politiche amministrative, come il successo alla Bruckman, dove vietavano gli operai di bere il mate insieme e vietando anche che parlassero tra di loro mentre bevevano il mate (si credeva che, preso da solo, l’infusione avesse qualche efetto più stimolante del normale), mantenendo gli operai socialmente isolati.
E così, si sono andati dal mate all’occupazione delle fabbriche; hanno fatto tutto quello che dovevano aver fatto i padroni, i cui sempre intascarono i guadagni senza investire nelle fabbriche e indebitandosi con la complicità del Governo. E quando i legittimi proprietari tentarono di riassumere qualche fabbrica, usando delle pubbliche forze, gli operai resistirono per manu militari, come gli operai della Zanon, dove loro hanno gettato palle di ceramica verso gli agenti, e le madri degli operai, all’altro fianco della barricata si accercavano degli agenti gridando e piangendo.
Dopo la crisi, si apre altra volta il populismo, portando Menem al ballottaggio del 2003; e Klein lo paragona con la doppia elezione di Berlusconi.
Insomma, con la crisi cambiale che si svolgeva dal 1999, facendo con che le riserve monetarie argentine scendessero quasi al zero, una situazione di estrema periculosità si è instaurata in Argentina, ancora peggior dopo la confisca del denaro che era alle banche. Il governo limitò le ritirate e liberò la tassa di cambio del dollaro; l’economia, che era tutta dollarizzata, si crollò; le fabbriche come dice il testo, sono state chiuse perché il prezzo delle materie necessarie era fissato in dollari, notandosi che la tassa di cambio poco prima della confisca era circa 1,01 peso, salì in meno di dieci giorni a quasi 4,10 pesos. Il paese si immerse nel caos per qualche mese, avendo come corollario i processi sociali non solo quello del testo (le fabbriche amministrate dagli operai), ma altri come i suicidi, la piccola emmigrazione argentina verso le provincie del nord (Corrientes e Missiones) e anche per lo stato del Rio Grande do Sul.
Nonostante, la crisi argentina non si restrinse al paese, ma si spande per l’Uruguay, paese economica e culturalmente vincolato all’Argentina. Situazioni simili si sono osservate a Montevideo.
I «salvatori» della politica forse è un fenomeno di popoli angustiati e disperati; la vittoria dei justicialistas (il partito peronista, a cui appartiene Menem) ci prova questo. Prima, la popolazione ha preferito Fernando de la Rúa (dell’Unión Civica Radical, centro sinistra) al candidato di Menem, allora presidente, che era il suo Ministro dell’Economia, Domingo Cavallo, artefice del piano di dollarizzazione per controllare l’iperinflazione; poi, le manifestazioni e i disturbi costringono De la Rúa a rinunciare; al suo posto, viene acclamato presidente, il justicialista Adolfo Rodríguez de Saá, e alle ultime elezioni presidenziali, viene eletto Néstor Kirchner, anche justicialista. Non è certamente il caso dell’Italia con Berlusconi; che forse è stato ricondotto alla Presidenza del Consiglio per una certa noia degli elettori.
Fenomeni simili di popoli o annoiati o disperati si vedono: il Brasile con il secondo Governo Vargas (1951-54, però costituzionale, non come quello del 1930-45), la Germania, che nel 1933 ha eletto Hitler come Cancelliere e gli diede i poteri di poco in poco, perfino che fosse il capo assoluto e incontestabile del Reich.
Ed anche qui a San Paolo, dove abbiamo un ex sindaco, il cui la prima volta che fu sindico, fu indicato dalla dittatura (era quello che chiamavamo il prefeito biônico) e dopo la Redemocratização del 1985, nel 1992, viene rieletto dai municipi e c’era (e c’è ancora) la coscienza che questo ex sindaco è uno dei vermi della dittatura.
Gli operai argentini dimostrarono che l’amministrazione comune è possibile (e come brasiliano, io devo per forza riconoscere il sucesso), e così ci illuminano la strada verso l’avvenire, che potrà essere meno sbucata di come ci sembra oggi. Amministrando bene i risorsi e cercando di evitare la corruzione; che infelicemente, è comune in tutti i due fianchi del confine.

0 Comentários:

Enviar um comentário

<< Home